In un quadro internazionale che fissa obiettivi sempre più sfidanti in ambito di energia e ambiente, porre attenzione alle specifiche esigenze dei territori rappresenta un elemento vincente per accelerare la transizione energetica, un processo che deve necessariamente passare attraverso un mix di strumenti, tecnologie e fonti di energia.
Le linee di policy identificate dalla Commissione Europea e condivise dagli Stati Membri con i Piani Nazionali Energia e Clima richiederanno un forte impegno in termini di investimenti, interventi infrastrutturali e di innovazione digitale. Impegno che diventa ancora più sfidante alla luce della Comunicazione della Commissione Europea “Stepping up Europe’s 2030 climate ambition. Investing in a climate-neutral future for the benefit of our people” che prevede di innalzare la soglia di riduzione delle emissioni europee di gas serra al -55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990).
Senza un coordinamento tra le policy e la programmazione delle istituzioni centrali con quelle dei livelli amministrativi territoriali e le comunità locali questa sfida non potrà essere vinta. Parte importante della sfida peraltro risiede nella capacità, anche attraverso questo coordinamento, di diffondere consapevolezza e promuovere la partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti per superare così le barriere allo sviluppo delle diverse iniziative e alla realizzazione delle infrastrutture e impianti energetico/industriali di cui la transizione energetica ha bisogno. Tra le molteplici soluzioni innovative che vengono incontro a queste esigenze si possono citare le Comunità Energetiche e l’Energy Sharing.
Per supportare questo processo, WEC Italia e ARPAE Emilia Romagna hanno avviato con il web talk “ENERGIA E AMBIENTE PER IL RILANCIO DEI TERRITORI. Nuovi modelli di produrre e consumere energia, attenzione al territorio e coinvolgimento delle realtà locali” del 23 novembre scorso un percorso di dialogo multi-stakeholder volto a facilitare l’identificazione di proposte e opzioni disponibili che aiutino a cogliere le potenzialità dei territori nella transizione energetica.
L’incontro, organizzato da WEC Italia, ISPRA e Arpae Emilia Romagna in partnership con Elettricità Futura ed Utilitalia, è stato trasmesso in live streaming ed è disponibile in versione integrale sul canale YouTube WEC Italia.
Il dialogo continuerà nel 2021, a partire da quanto emergerà dalla presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alle istituzioni comunitarie, con ulteriori occasioni di confronto sul tema dell’accelerazione necessaria nella realizzazione delle iniziative e progetti che potranno accompagnare l’Italia e i suoi territori alla sostenibilità e neutralità carbonica di lungo termine.
Al talk del 23 novembre scorso sono intervenuti importanti ospiti tra cui: Marco MARGHERI, presidente WEC Italia e Head of US Relations Eni, Alessandro BRATTI, Direttore Generale ISPRA, Stefano BESSEGHINI, Presidente di ARERA, Franco ZINONI, Direttore Tecnico ARPAE Emilia Romagna, il Senatore Gianni Pietro GIROTTO, Presidente della 10ª Commissione permanente Senato della Repubblica, il Senatore Paolo ARRIGONI, Membro 13ª Commissione permanente Senato della Repubblica, Paolo CAGNOLI, Responsabile AIA, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Domenico LAFORGIA, Capo del Dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia, Andrea ZAGHI, Direttore Generale Elettricità Futura, Mattia SICA, Direttore Settore Energia: Reti e Tecnologie di Utilitalia.
Il dibattito è stato inoltre arricchito dagli interventi di rappresentanti della community WEC Italia: Gabriella De Maio, Professoressa di Diritto dell’Energia, Università degli Studi di Napoli Federico II, Giuseppe Montesano, Deputy Director di Enel Foundation; Franco Del Manso, responsabile dell’ufficio Rapporti internazionali ambientali e tecnici di UNEM; Marco Falcone, Government Relations Manager di Esso Italiana; Giacomo Rispoli, Senior Executive di NextChem; Tommaso Cassata, consigliere delegato e chief operating officer di ASJA ; Dario Soria, Direttore Generale di ASSOCOSTIERI; Simone Nisi, Head of Institutional Affairs di Edison; Cecilia Gatti, Regulatory Affairs Director di Axpo Italia; Pietro Torretta, Distributed Photovoltaic Development Manager di Falck Renewables; Marco Nori, amministratore delegato di Isolfin; Marco Vulpiani, Life Sciences Sector Leader di Deloitte; Romano Borchiellini, Referente del Rettore per l’Energy Center e Responsabile Centro Interdipartimentale (Energy Center Lab) del Politecnico di Torino.
LE PRINCIPALI RISULTANZE EMERSE DALL’INCONTRO
- Il settore energetico, insieme ad altri 7 ambiti chiave tra cui l’economia circolare, la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la finanza sostenibile, è al centro della trasformazione dei modelli economici a cui mira il Green New Deal dell’UE verso l’obiettivo di neutralità carbonica al 2050 in ambito UE.
- Per raggiungere tale obiettivo, in Italia sarà necessario aggiornare e migliorare gli sforzi già previsti con il PNIEC e in particolare:
- Ulteriore diffusione di impianti fotovoltaici ed eolici on e off-shore;
- Sistemi di trasmissione, distribuzione, accumulo e trasformazione dell’elettricità che seguano le innovazioni digitali;
- Processi industriali innovativi (anche con CCUS) in linea con le nuove esigenze di domanda;
- Nuovi sistemi di trasporto individuale e collettivo e nuove modalità di trasporto merci
- L’innalzamento degli obiettivi PNIEC al 2030, sulla scorta delle disposizioni “Climate Ambition 2030” e del “Green New Deal 2050”, determinerà un innalzamento degli obiettivi di rinnovabili nel mix elettrico nazionale dal 55 a circa il 70%. Ciò richiederà circa 6,5GW anno di nuove installazioni da impianti fotovoltaici ed eolici al 2030, per circa 100 miliardi € di investimenti complessivi.
- Nell’ultimo biennio il ritmo di istallazione di potenza rinnovabile è stato di 1 GW/anno e non migliorerà se non si interverrà tempestivamente sull’accelerazione delle procedure autorizzative principalmente attraverso: implementazione di burden sharing regionale; individuazione aree idonee; iter autorizzativi semplificati; digitalizzazione; dematerializzazione
- In tale processo un ruolo centrale sarà svolto dalla Commissione PNIEC, che sarà attivata e dovrà concentrarsi sul permitting degli impianti di rilevanza nazionale in modo che il processo autorizzativo sia efficiente.
- Il tema del permitting quindi è fondamentale per la sfida che ci attende nei prossimi anni a partire già dal 2021, in cui i fondi allocati dal Recovery Fund dovranno trovare una risposta tempestiva ed efficiente da parte del settore pubblico nazionale per portare i benefici attesi.
- I processi autorizzativi per progetti e infrastrutture sono oggi rallentati da temi connessi alla burocrazia e all’accettabilità sociale:
- Incompatibilità tra le scelte di programmazione e le caratteristiche ambientali dei territori nonché la loro sensibilità sociale; spesso la pianificazione riscontra i maggiori problemi “nell’ultimo miglio” a causa dell’assenza di sistemi coordinati standardizzati e di bilanci energetici a livello regionale/comunale;
- Tempistiche lunghe dovute all’interpretazione della norma, procedure ridondanti e sovrapposizione di competenze.
- La necessaria semplificazione delle procedure autorizzative deve dunque affrontare i diversi aspetti regolatori e sociali in maniera integrata favorendo un miglioramento culturale circa l’accettabilità dei progetti e dei nuovi impianti sia su scala nazionale sia su scala regionale e locale.
- Un tema di importanza strategica è la definizione di criteri comuni tra i livelli amministrativi centrali e territoriali per l’identificazione di aree idonee da un punto di vista dell’impatto ambientale, del tessuto industriale e dell’accettabilità sociale, ad ospitare progetti e impianti necessari alla transizione energetica.
- In questo lavoro è importante non perdere di vista un quadro di coesione di insieme che salvaguardi da un lato la sicurezza degli approvvigionamenti e dall’altro la possibilità di sviluppare modelli di business innovativi.
- Un tale quadro di insieme non può aversi senza un coordinamento del bilancio energetico nazionale che deve essere collegato e conforme con bilanci regionali e comunali, di cui oggi non sempre si ha la disponibilità. Senza un coordinamento tra i diversi piani energetici si perde di uno strumento fondamentale per il governo di un sistema complesso come quello energetico quindi la possibilità di agire con efficienza ed efficacia verso la transizione.
- In ambito territoriale le comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo collettivo rappresentano una riforma innovativa strutturale che nei prossimi anni potrà favorire:
- una migliore implementazione della generazione distribuita, massimizzando l’autoconsumo e producendo vantaggi sul territorio mediante lo sviluppo e la coesione delle comunità;
- un aumento dell’efficienza energetica dei consumatori civili e contributo alla lotta alla povertà energetica, riducendo i consumi e le tariffe di fornitura anche con un cambio di ruolo dei consumatori che diventano prosumers;
- un miglioramento dell’accettabilità sociale degli impianti da fonti rinnovabili;
- una miglioramento della flessibilità necessaria ad adattare il sistema elettrico alla generazione distribuita anche tramite l’installazione di sistemi di accumulo.
Come ogni iniziativa di portata innovativa alle opportunità si affiancano le criticità su cui lavorare per favorirne lo sviluppo:
- limitato spettro di azione delle CER dal punto di vista di aggregazione di utenti, stante il vincolo di poter aggregare soltanto utenti connessi sotto la stessa cabina secondaria;
- limitate opportunità di sviluppo di FER elettriche diverse dalla generazione fotovoltaica stante il limite superiore di 200 kW per impianto;
- con riferimento a AUC e CER in cui figurino pubbliche amministrazioni e/o enti locali, assenza di modelli contrattuali che possano facilitarne la costituzione, così come assenza di linee guida per la ripartizione dei ricavi.
- Sarà importante sfruttare la prima metà del 2021 in vista del recepimento della Direttiva RED II al fine di superare le criticità che ancora permangono in merito alle barriere autorizzative, tecnologiche, territoriali, legislative, giuridiche e regolatorie per consentire nel prossimo futuro una ampia diffusione delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo.
- Per facilitare la diffusione di questi nuovi modelli sarà inoltre necessario allargare il dibattito al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, promuovendo la curva di apprendimento di strumenti come CER e AUC nei territori, standardizzando i modelli di business per favorirne la diffusione.
- L’esperienza e competenze storiche maturate dalle utilities nella gestione delle reti di distribuzione rappresentano un patrimonio già disponibile sul quale poter contare per far crescere nuove realtà come le comunità energetiche rinnovabili e l’autoconsumo collettivo, sarà tuttavia necessario continuare a lavorare sulla disciplina normativa a supporto del settore.
- le comunità energetiche rappresentano una chiave per l’ampliamento del coinvolgimento dei territori nel processo di transizione energetica e possono anche consentire il superamento della dicotomia tra sviluppo delle energie rinnovabili e la sottrazione di suolo agricolo nel caso della diffusione di soluzioni di agrivoltaico.
- Inoltre, sistemi integrati di produzione di energia pulita in ambiente offshore consentirebbero di ovviare ai vincoli territoriali (densità abitativa, naturalistici, artistici) del nostro Paese con soluzioni che non “consumano suolo” e offrono ottime potenzialità per il rilancio dei territori così come la creazione di comunità energetiche nei distretti industriali costieri.
- Allo stesso tempo sarà importante valorizzare il ruolo degli operatori e di chi offre servizi energetici, in un contesto che sviluppi e promuova le diverse fonti rinnovabili a seconda delle caratteristiche intrinseche del territorio dove si opera. In tale contesto, potrebbe essere interessante valutare, in contesti specifici e secondo condizioni particolari, un modello di gestione fisica e di proprietà delle reti diverso da quello delle reti di distribuzione.
- La tensione verso la decentralizzazione, di cui le comunità energetiche rappresentano un rinnovato slancio, deve essere necessariamente tenuta insieme, almeno nel breve-medio periodo, all’importanza ancora strategica anche della generazione centralizzata. Il disegno e le regole di mercato devono trovare dei meccanismi che consentano una integrazione efficiente tra queste due realtà. In un sistema energetico che cambia con un ruolo crescente della generazione decentralizzata è importante effettuare una riflessione tempestiva sul ruolo dell’ unbundling e andare a definire quali sono i ruoli che i gestori possono avere come gestori e, nel nuovo modello, anche di utenti della rete.
Il dibattito con la Community del WEC Italia ha offerto interessanti contributi anche sul ruolo delle altre filiere energetiche nazionali nel processo di transizione energetica che non potrà essere ottenuto solo attraverso la decarbonizzazione degli elettroni ma richiederà lo sviluppo parallelo di soluzioni per la produzione e utilizzo di molecole sempre più sostenibili e rinnovabili.
- Il settore dei trasporti riveste un ruolo importante per l’economia dei territori e per la protezione dell’ambiente. La mobilità dovrà evolversi verso soluzioni sempre più sostenibili nell’ottica della riduzione delle emissioni e della decarbonizzazione. A tale evoluzione contribuiranno largamente i carburanti liquidi a basse emissioni di carbonio (LCLF). Il settore della raffinazione avrà un ruolo importante in tale transizione, grazie a ingenti investimenti e contribuendo alla produzione dei LCLF tramite un sistema di raffinazione trasformato verso la neutralità carbonica.
- Interessanti opportunità vengono offerte per i settore dei trasporti e il commerciale/residenziale dal passaggio da produzione di energia elettrica derivante dal biogas da discarica, a produzione di biometano derivante dalla FORSU. Il biometano, sia per le reti di distribuzione carburanti sia per le reti cittadine, rappresenta in Italia una straordinaria opportunità anche di sviluppo per l’economia rurale.
- L’ulteriore passaggio dal biometano al bio-GNL offre una strada verso la decarbonizzazione per alcuni segmenti tra i più difficili in termini di riduzione delle emissioni, come i trasporti pesanti su strada e i trasporti marittimi dove le infrastrutture di small scale LNG si stanno diffondendo e possono essere utilizzate anche per il bio-GNL senza ulteriori investimenti.
- Inoltre in tema di valorizzazione dei rifiuti, tema molto importante per i territori, interessanti opportunità vanno colte con le tecnologie di waste to chemicals come strada per ridurre le emissioni di CO2 dei carburanti e al contempo smaltire un ampio spettro di rifiuti.
In questo panorama di straordinario cambiamento e di innovazioni dirompenti alcune considerazioni di taglio strategico non possono essere trascurate per facilitare una transizione che sia sicura, giusta (equa) e inclusiva:
- In parallelo alla transizione dei modelli energetici, devono evolvere anche i modelli di misurazione degli impatti economico-sociali-ambientali delle nuove iniziative energetiche nei territori andando oltre la classica valutazione finanziaria. E’ necessaria un’analisi costi-benefici che comprenda gli aspetti più ampi della sostenibilità (in ottica SDGs) e che applichi un approccio analitico in grado di rendere il più chiaro possibile, sia per il proponente sia per i soggetti territoriali, tutti i benefici che il singolo progetto potrà portare ai differenti stakeholders;
- Gli stakeholder e operatori energetici possono dare un contributo decisivo alla conoscenza delle molte opportunità che i territori offrono per la transizione energetica, aiutando le regioni a mapparle e a identificare le opzioni da poter implementare;
- L’incremento della complessità dei sistemi energetici con la convivenza di soluzioni centralizzate e soluzioni de-centralizzate e un ruolo attivo degli utenti della rete, rende necessarie a loro volta soluzioni complesse. Tali soluzioni comprendono l’applicazione di modelli e di capacità gestionali, e mirano alla ricerca di flessibilità del sistema, da cui ne è derivata una accelerazione all’implementazione di soluzioni digitali per le reti e per la gestione di produzione e consumo. Il sistema energetico e la possibilità di indirizzarlo verso una maggiore sicurezza, flessibilità e sostenibilità si baserà sempre più sulla conoscenza dei dati e sulla capacità di elaborarlo e ricavarne valore. Su questo bisognerebbe orientare le capacità del sistema in generale e, in particolare per gli operatori energetici, i modelli di business.
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