UNA LETTURA DELL'ISSUES MONITOR 2021
Già dai risultati del 2° COVID-19 Global Survey del WEC (pubblicati nel giugno 2020 e in questi giorni in fase di aggiornamento) è ormai noto come la crisi COVID abbia accelerato il processo di transizione energetica, determinando un incremento degli sforzi sul fronte sia sociale sia climatico. Tuttavia nella risposta alla pandemia, le compagnie energetiche hanno dovuto affrontare diverse difficoltà, tra cui tagli dei posti di lavoro (si stima che 350.000 posti di lavoro siano a rischio in tutte le economie del G7)[1], riduzioni delle spese in conto capitale (stimate a 200-400 miliardi di dollari)[2] particolarmente acute nel settore Oil&Gas, e un taglio delle spese operative.
Nel dettaglio, a livello globale l’issues Monitor 2021 evidenzia alcune tendenze specifiche:
1. L’agenda politica ed energetica è dominata da un’incertezza continua
Sulla scia delle misure restrittive implementate nel 2020, anche il 2021 è caratterizzato da una forte incertezza, fattore che tuttavia può fungere da volano di sviluppo per la definizione di politiche più inclusive. Per governi, industrie e società civile è infatti il momento giusto per mettere insieme risorse, strumenti e piani finanziari per costruire economie più resilienti e forti.
2. L'aumento della digitalizzazione porta ad un aumento dei rischi informatici
Fare affidamento sulle soluzioni energetiche digitali è sicuramente un passo avanti verso la transizione energetica e verso economie resilienti, ma espone gli attori centrali dell’energia a rischi informatici sempre maggiori. Il settore energetico già, in profonda trasformazione digitale, richiederà nuove strategie di gestione del rischio per proteggere le proprie infrastrutture critiche.
3. Preoccupazioni per l'approvvigionamento energetico
È certo che il settore ha risposto bene ai cambiamenti che la pandemia ha causato alla domanda energetica, evitando shock significativi. Tuttavia, crescono le preoccupazioni su come la domanda di energia cambierà nel lungo periodo e quali saranno le principali fide per i paesi esportatori. Oltre ai rischi per le infrastrutture critiche, emergono preoccupazioni anche sulla capacità delle catene di approvvigionamento di far fronte alle sfide poste dalla pandemia.
4. L'abbattimento delle emissioni di carbonio sempre più centrale nelle politiche energetiche
La riduzione e conseguente eliminazione delle emissioni nette di carbonio nel processo di transizione assume una rilevanza sempre maggiore. In tale ottica i processi di cattura, stoccaggio e utilizzo del carbonio (CCUS) assumono un ruolo primario per l’adempimento all’Accordo di Parigi sul clima, ma richiedono un impegno sempre maggiore soprattutto da parte dei paesi produttori. Il costo d’implementazione e funzionamento di tecnologie specifiche, le sfide normative e di sicurezza legate alla CO2 richiedono un’azione rapida e coordinata in tempi brevi.
EUROPA
Le preoccupazioni appena sottolineate si riscontrano trasversalmente anche in Europa. Al contempo, le misure che si stanno adottando in risposta a tali questioni sono ben positive:
1. Le ambizioni climatiche europee sono rafforzate dai piani di recupero post-pandemia
Impostata già prima della pandemia, l’agenda climatica europea che punta a zero emissioni nette entro il 2050 ha visto la sua implementazione pratica attraverso diversi piani di recupero degli Stati membri con obiettivi relativi alla transizione energetica. La Commissione Europea sostiene questi piani di “green recovery” all’insegna del Green Deal europeo, ma l’attenzione sul clima supera i confini degli Stati Membri e interessa anche il Regno Unito in vista della COP26, e la Russia che cerca di esplorare la carbon-neutrality attraverso l’utilizzo delle proprie risorse energetiche. Forte attenzione è inoltre dedicata alle potenzialità di nucleare e idrogeno.
2. La pandemia amplifica la necessità di una giusta transizione
Le disuguaglianze sociali e le preoccupazioni sull’equità alla transizione, esacerbate dalla pandemia, hanno messo in luce l’importanza di affrontare il tema della povertà energetica tra i consumatori europei. All’interno dell’UE, il Just Transition Mechanism della Commissione Europea sta fornendo un sostegno mirato per circa 150 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 nelle regioni UE più colpite, per equilibrare l’impatto socioeconomico della transizione.
3. L’evoluzione del mercato deve incorporare tecnologie e modelli di business innovativi
Gli ambiziosi obiettivi perseguiti dai piani di ripresa di molti Paesi europei richiedono un aggiornamento effettivo del mercato, sia in termini di tecnologie, sia di modelli di business, sia di quadri normativi a supporto. Queste tematiche sono centrali nel settore energetico al fine di trovare soluzioni che assicurino gli investimenti necessari alla transizione energetica.
ITALIA
Coerente con le tendenze globali ed europee, anche l’Italia si trova a fronteggiare non poche sfide per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica utili alla transizione. Al contempo, il Paese è fortemente proattivo in termini sia di gestione del rischio sia su eventuali cambi strutturali della domanda di energia. La digitalizzazione è una delle priorità che deve accompagnare la transizione energetica. Sicurezza energetica, sostenibilità, architettura 5G, sistemi cloud e cybersecurity unitamente alla rete unica risultano essere centrali nel piano di ripresa italiano.
Gli sforzi in digitalizzazione sono cruciali sia per l’efficientamento energetico sia per l’integrazione delle soluzioni di accumulo dell’energia. Il clima e le rinnovabili sono preoccupazioni primarie e rientrano nel Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (PNIEC), con obiettivi molto ambiziosi, tra i quali le energie rinnovabili al 30% nel consumo finale lordo entro il 2030.
Per quanto riguarda il settore trasporti, l’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come leader a livello internazionale sia per modelli integrati di mobilità sostenibile sia per lo sviluppo di filiere innovative come quelle del biometano e dell’idrogeno. Su quest’ultimo, un forte slancio è dato dagli investimenti introdotti dal settore pubblico e privato, perseguendo principalmente l’applicazione dell’idrogeno verde nei processi industriali ad alta intensità energetica e nei sistemi di stoccaggio. Il contributo dell’idrogeno blu (con l’applicazione di CCUS) sarà molto importante per una transizione più rapida.
ISSUES MONITOR ONLINE TOOL
Al report si accompagna l’Issues Monitor online tool, strumento di monitoraggio interattivo che consente un’agile visualizzazione dei dati alla base delle Issues Maps. Il tool interattivo permette il confronto per aree geografiche, su scala temporale e su specifiche tematiche, permettendo così un’analisi approfondita e personalizzata sull’evoluzione delle problematiche energetiche in esame. Le mappe generate possono essere scaricate e condivise.
[1] ILOSTAT explorer www.ilo.org – 1.85% energy employment across G7.
[2] IEA of total energy CAPEX 2018 $1.8 trn, World Energy Council analysis.
Scopri gli studi World Energy Council
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