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S
econdo quanto emerso dai risultati dell’indagine Euromedia Research commissionata da Engie su come il Covid-19 ha cambiato percezioni e azioni degli italiani rispetto ai cambiamenti climatici, il 68% degli intervistati ha dichiarato di aver modificato i propri comportamenti dopo l’arrivo della pandemia. E’ stato rilevato un incremento del +12,4% rispetto a un anno fa. Il 40% delle aziende ha continuato nei propri programmi per il miglioramento dell’efficienza energetica. Il 48% delle imprese, inoltre, è consapevole che i cambiamenti climatici influenzeranno “significativamente” la propria attività nei prossimi 5 anni.
Per il 30% degli intervistati si è trattato di scegliere prodotti “ecosostenibili”, per il 29% di puntare su interventi in casa per una maggiore efficienza energetica (infissi, cappotto termico, sostituzione caldaia).
Con il Coronavirus, oltre la metà (52%) delle imprese ha adottato azioni come il lavoro a distanza e iniziative informative sul tema delle CO2. Per il 60,4%, queste misure hanno prodotto “effetti positivi dal punto di vista sia ambientale che di maggiore benessere lavorativo. Infatti il 91,7% ritiene che saranno mantenute anche dopo la fine dell’emergenza”.
La leva principale per azioni sostenibili nonostante il maggiore interesse per l’ambiente rimane l’aspetto economico. Le aziende chiedono in maggioranza contributi a fondo perduto (33,5%) e sgravi fiscali (22%), seguiti (19%) da incentivi statali e un quadro normativo più chiaro. Anche i cittadini sono più propensi ad agire se possono mettere in campo azioni che prevedano un risparmio o un incentivo.
Secondo il parere degli intervistati il maggior potere nel rallentare il riscaldamento globale è in mano a istituzioni e aziende. I cittadini vedono la possibilità di un cambiamento a favore della sostenibilità grazie all’intervento di Governo (41%), istituzioni locali (25%) e inprese (15%).
Fonte: Euromedia Research